Favignana, la farfalla del Mediterraneo, è un luogo meraviglioso, ma anche le altre due isole appartenenti all’arcipelago delle Egadi non sono da meno: Marettimo e Levanzo.
Le tre isole e l’area circostante, corrispondente a quasi 54.000 ettari di mare, sono catalogate come area marina protetta e creano così la Riserva naturale marina Isole Egadi. E come dare torto a questa classificazione? La biodiversità di queste acque è incredibile, tanto che Favignana, Marettimo e Levanzo sono un sito di interesse comunitario.
E proprio parlando di biodiversità e di quanto questa parte della nostra amata Sicilia sia incontaminata, Marettimo è la più selvaggia di tutte.
Mentre si soggiorna a Favignana, si può prendere l’aliscafo della Liberty Lines (la stessa linea di aliscafi che porta da Trapani o Marsala alle Egadi) e arrivare nel giro di circa trenta minuti su quest’isola imperdibile, dotata di un’aura quasi mistica e leggendaria non solo per come funge da cornice a un tramonto meraviglioso visto da Favignana, ma anche perché, secondo la teoria trapanese dell’Odissea, Marettimo corrisponderebbe, dal punto di vista geografico, alla mitica Itaca, la patria di Ulisse. Inoltre, il nome stesso deriva dal greco Hierás Nésos, che vuol dire “isola sacra”.
È più piccola della farfalla del Mediterraneo, con una superficie appena superiore ai 12 chilometri quadrati, dominata da rupi e vette scoscese che trovano l’apice a 686 metri, con il Monte Falcone. Un numero molto simile è quello degli abitanti, ben 680 persone.
La flora di Marettimo è incontaminata, con più di 500 specie di piante, non ha subìto alcun cambiamento da parte dell’uomo, con opere di disboscamento. Qui è davvero l’isola a comandare, imponente, con il suo carattere forte, è lei a imporre la propria personalità a tutto ciò che la circonda.
Infatti, non vi sono strade asfaltate, a parte nel piccolo centro, ma solo stradine e sentieri scavati naturalmente nel corso del tempo dai piedi e dalle ruote.
In questo luogo, la Natura è talmente in pace e talmente rispettata, che sulle cime più alte si possono trovare anche diversi rifugi per gli uccelli: si possono ammirare, mentre volano liberi, aquile di Bonelli (o aquile fasciate), falchi pellegrini, martin pescatori, aironi, gabbiani reali…
E nelle acque più limpide che si possa aver modo di vedere, sono state avvistate persino delle foche monache.
In questo paradiso faunistico e botanico si possono fare tante cose: godersi la natura con una bella sessione di trekking; visitare il complesso delle Case Romane con annessa la Chiesa Bizantina che sono situate in alto, sulle “montagne”, da cui si può godere di un panorama incredibile, da dove si possono vedere chiaramente Favignana, Levanzo e la costa trapanese; incamminarsi lungo il sentiero sterrato che conduce al Castello di Punta Troia, situato sull’omonimo promontorio, e che ospita al suo interno il Museo delle Carceri e l’Osservatorio per la Foca Monaca.
Ma sicuramente, come per Favignana, è impossibile non prenotare un’escursione in barca. Anche perché Marettimo è famosa per le sue grotte, quasi tutte visitabili solo prendendo una delle diverse imbarcazioni attraccate al piccolo molo.
Se ne contano ben più di 400 e ognuna di loro è unica, con una propria storia, percepibile sia dalle parole dei comandanti delle barche, che dall’atmosfera che aleggia in quelle insenature, dove l’azzurro dell’acqua, per un gioco di luci incredibile, diventa quasi fluorescente.
Come la Grotta del Cammello, chiamata così per la forma che assume lo scoglio vicino al suo ingresso, rifugio delle foche monache che spesso ci vanno a partorire i cuccioli; la celebre Grotta del Tuono, dove le pareti rocciose sono curvate in una maniera tale che quando il mare è “arrabbiato”, il rumore delle grosse onde che si infrangono contro di esse, sembra quello del tuono di un temporale imminente, come se Poseidone lanciasse un monito: “Io sono il vero padrone di queste acque e questo mare.”
Alla Grotta del Tuono, naturalmente, è d’obbligo urlare e sentire come riecheggi la propria voce e come essa vibri nell’aria.
Poseidone si fa sentire anche attraverso la Grotta della Bombarda, perché vi si trova un buco scavato nella roccia dove, quando il mare è in tempesta e l’acqua e l’aria vi passano attraverso con impetuosità, il rumore generato pare quello di una bomba.
Ma ci sono tantissime altre grotte celebri, come la Grotta della Pipa, la Grotta Perciata, la Grotta della Ficaredda, la Grotta del Presepe e tanti ruttidi, il nome che viene usato per indicare le grotte più piccole.
Infine vi sono le cale. Tutte immerse in un silenzio surreale, nonostante i turisti in barca, tutte incontaminate, apparentemente isolate eppure raggiungibili attraverso sentieri sterrati che sembrano quasi dei passaggi segreti per accedere a un altro mondo: Cala Bianca, Cala Nera, Punta Libeccio, Cala Manione, Spiaggia del Cretazzo, Zotta Muletti, Praia Nacchi, Spiaggia del Rotolo…
E poi c’è l’isola di Levanzo, la più piccola delle Egadi, con una superficie di appena 5 chilometri quadrati, il cui nome deriva dal greco Phorbantia, per la grande quantità di erba presente su questa piccola terra emersa.
La piccolezza del posto si riflette ovviamente nel minuscolo centro abitato, popolato da poco più di 200 anime.
Anche Levanzo, come Marettimo, è assolutamente raggiungibile da Trapani, Marsala o Favignana tramite gli aliscafi della Liberty Lines. E anch’essa, ancora come Marettimo, è quasi del tutto priva di strade asfaltate, mantenendo quella sensazione di viaggio indietro nel tempo che caratterizza queste isole.
Ciò che è davvero imperdibile in questo luogo, è la visita alla Grotta del “Genovese”, il più importante sito di pitture rupestri presente in Italia. Entrandovi, non si può che rimanere a occhi spalancati e bocca aperta, stupiti dalla nitidezza delle incisioni e delle pitture, le prime risalenti al Paleolitico Superiore (quindi tra l’11.000 e il 12.000 a.C.) e le seconde, raffiguranti svariati animali nonché donne dai fianchi larghi e fertili, un po’ come le statuette delle Veneri paleolitiche, risalgono al periodo Neolitico (tra il 7.000 e l’8.000 a.C.).
Questo è un luogo sacro, dove si contempla in religioso silenzio la bellezza delle tracce lasciate da quelli che furono, a tutti gli effetti, dei remoti e lontanissimi antenati degli abitanti delle Egadi.
Ma anche qui le cale non mancano di certo, tutte incorniciate da acque chiare e trasparenti, quasi luminose: c’è Cala Dogana, vicino al centro abitato; Cala Tramontana e Cala Calcara, un po’ più lontane; Cala Faraglione, chiamata così per l’evidente faraglione presente a pochi metri dalla costa; Cala Fredda e Cala Minnola, entrambe raggiungibili dopo un percorso a piedi dove si possono notare le distese infinite di fichi d’india, di agave, di capperi, di euforbia e di erica.
E mentre si soggiorna a Favignana, si può naturalmente tornare a Trapani per visitare il centro storico, perfettamente conservato.
Qui, oltre che passeggiare per le vie del centro per fare shopping o fermarsi in uno dei tantissimi bar o ristoranti dove servono cannoli golosissimi e di dimensioni piuttosto notevoli (almeno per i nordici), si possono ammirare gli edifici storici come la Chiesa dei Gesuiti, risalente al 1613, il barocco Palazzo Senatorio, la Porta Oscura, la più antica di tutta Trapani, con la sua Torre dell’Orologio o la Chiesa di Santa Maria del Corso, conosciuta anche come Chiesa della Badia Nuova, edificata per la prima volta nel 536 in onore del culto greco ortodosso di Santa Sofia.
E fermandosi a Trapani, non si può non salire fino alla meravigliosa Erice, il cui nome deriva da Eryx, figlio di Afrodite e di Bute, e citata anche da Virgilio nell’Eneide. Collocata alle pendici e sulla cima del Monte San Giuliano, dove si può trovare uno dei borghi più belli d’Italia. Quassù si gode di una vista mozzafiato, che ci permette di vedere perfettamente tutte e tre le isole dell’arcipelago e di scorgere la forma a farfalla di Favignana.
E se si preferisce rimanere vicini al mare, è obbligatoria una visita guidata alle saline di Trapani e Paceco, delle distese d’acqua dove si scorgono numerosissimi fenicotteri rosa, che se ne stanno calmi e tranquilli, in panciolle, in una maniera allo stesso tempo così aggraziata che sembrano quasi camminare sulla superficie dell’acqua.
Si rimane stupiti dalle montagne di sale che viene accumulato lungo questi specchi naturali.
Inoltre, sempre da Favignana, è possibile fare “un salto” a Marsala, a vedere le famosissime saline Ettore e Infersa della Sosalt. Anche qui il tramonto è qualcosa di spettacolare, dove il viola, il rosa e il rosso del cielo si fondono con l’acqua, creando un spettacolare orizzonte unico al mondo.
Scritto da Camilla Marino
Instagram: funkycamiblog
Camilla Marino, una viaggiatrice che vive tra Milano e Favignana. Si occupa di promuovere l’isola attraverso il suo blog. A Favignana si occupa di organizzare la vacanza per i turisti che decidono di rilassarsi in questo paradiso italiano.