Un viaggio alla scoperta di uno degli ultimi paradisi terrestri, un luogo conosciuto col nome di Raja Ampat (i quattro re), arcipelago formato da quattro isole principali, Misool, Batanta, Waigeo e Salawati e da altre millecinquecento piccole isole e isolotti.

Fa parte della provincia indonesiana di West Papua, conosciuta un tempo come Irian Jaya. Situato nel centro del cosiddetto “Coral Triangle”, è sicuramente il posto con la maggiore biodiversità marina del pianeta. La bellezza di questo luogo, sia sotto sia sopra la superficie del mare non ha confronti al mondo.

La ricchezza di vita marina è dovuta anche al fatto che in queste isole la densità abitativa è molto bassa. Infatti, in tutta la Papua indonesiana vivono meno di due milioni di abitanti su una superficie di 410.000 km² (quasi una volta e mezzo l’Italia). La sua ubicazione remota e la mancanza d’infrastrutture non hanno permesso lo sviluppo di nessun tipo di turismo. E questo è il motivo che gli ha valso l’appellativo di “Ultimo Paradiso”.

Il modo migliore per scoprire questa regione è navigare nel mezzo della sua serie infinita di isole quasi disabitate, ricche di meravigliose spiagge deserte, in acque dove tutte le tonalità del turchese sono presenti e di notte, le uniche luci che si vedono all’orizzonte sono quelle delle barche dei pochi pescatori che abitano queste coste. Navighiamo a bordo di un tipico veliero indonesiano in legno, imbarcazioni bellissime e senza tempo, che rendono il viaggio ancora più perfetto.

Dell’arcipelago di Raja Ampat, fanno parte alcune isole abitate, come ad esempio l’isola di Arborek con il suo tipico villaggio papuano; l’isola di Fam, una delle isole dove vivono gli splendidi uccelli del paradiso; le isole di Yangefo e Yeben invece sono conosciute per le loro bellissime spiagge deserte; la zona di Wayag, all’estremo nord dell’arcipelago è sicuramente uno dei luoghi più affascinanti della terra, dove pinnacoli di roccia coperti di vegetazione tropicale che sorgono dal mare e che formano delle lagune interne simili a un labirinto; la baia di Hidden con l’acqua color smeraldo, la laguna di Jefman e molti altri luoghi stupendi. Durante tutto il viaggio saranno molte le occasioni per ammirare gli stupendi fondali della West Papua, con la loro incredibile varietà di coralli e pesci.

1° giorno – 27 dicembre 2023 – Partenza dall’Italia per Giacarta

Partenza dall’Italia con volo di linea per Giacarta, via scalo intermedio. Pasti e pernottamento a bordo.

2° giorno – 28 dicembre 2023 – Arrivo a Giacarta e in tarda serata proseguimento per Sorong

Arrivo all’aeroporto internazionale di Giacarta nel tardo pomeriggio e ultimate le formalità aeroportuali, trasferimento al terminal dei voli domestici. Tempo libero per cenare in uno dei ristoranti dell’aeroporto o al terminal dei voli internazionali o direttamente al terminal dei voli domestici e all’orario stabilito, check in per il volo diretto per Sorong. Pernottamento a bordo

Dal 3° giorno all’13° giorno – 29 dicembre 2023 – 08 gennaio 2024/ Arrivo a Sorong e imbarco sulla Tiarè. Oggi inizia la nostra crociera nell’arcipelago di Raja Ampat

Arrivo il mattino presto all’aeroporto di Sorong, dove saremo accolti dallo staff della Tiarè, il veliero su cui trascorreremo la nostra crociera. Dall’aeroporto, con delle macchine private, ci dirigeremo al porto, da cui raggiungeremo la Tiarè. La città di Sorong, situata sul “becco” della penisola di Bird’s Head in West Papua, è il punto di partenza per visitare il favoloso parco marino di Raja Ampat. La parola “Sorong” deriva dalla lingua locale Soreri e significa “mari profondi e turbolenti”. Montagne, colline e pianure circondano la cittadina. Il suo porto è la causa della multietnicità che contraddistingue la sua popolazione.

Da molto tempo, Sorong è uno dei porti più trafficati della West Papua, grazie al petrolio scoperto nella regione nel 1932. I giacimenti di petrolio, fuori Sorong, sono stati una delle ragioni per le quali i primi colonialisti olandesi si sono interessati all’Irian (primo nome della Papua), anche dopo l’indipendenza dell’arcipelago Indonesiano. Ancora oggi il petrolio è la principale industria, anche se l’esportazione del legno è la seconda. Attualmente, il governo indonesiano richiede che la lavorazione del legno avvenga in loco e questo è il motivo per cui sono sorte a Sorong diversi stabilimenti. Il mare attorno a Sorong è ricco di tonni e gamberi che rappresentano una voce importante nell’esportazione. Nell’isola di Kabra si trova un allevamento giapponese di perle coltivate e pinne di squalo e cetrioli di mare vengono spediti a Hong Kong, Taiwan e Cina.

Sulla Tiarè faremo conoscenza dello staff di bordo e saranno assegnate le cabine. Dopo le operazioni d’imbarco e il via libera da parte della capitaneria di porto, la Tiarè salperà e navigherà per gran parte della notte per raggiungere la zona di Raja Ampat. Cena e pernottamento a bordo.

Le prossime giornate saranno dedicate all’esplorazione dell’Arcipelago di Raja Ampat.

Raja Ampat in indonesiano significa I quattro re. Il nome Raja Ampat (che tradotto significa i Quattro Re) viene da una leggenda locale. Una donna stava camminando nella foresta alla ricerca di cibo quando trovò sei uova di drago. Le raccolse e le conservò per diversi mesi in una stanza. Una notte, la donna udì dei suoni e sussurri e rimase scioccata nel vedere che dalle uova schiuse erano nati quattro maschi e una femmina vestiti con abiti reali. I quattro maschi diventarono i Re delle quattro isole principali mentre la femmina fu messa dentro una conchiglia e fatta galleggiare fino all’isola di Numfor. Il sesto uovo non si schiuse e diventò pietra così fu lasciato nella stanza dove veniva custodito con altre due pietre che fungevano da guardiani. I nativi hanno un grande rispetto per questa leggenda e hanno costruito una casa sulle rive del fiume Waikeo che simboleggia la dimora della donna che costudiva le uova.

I nativi di Raja Ampat sono divisi in almeno 12 tribù diverse, molte delle quali hanno avuto il contatto con il mondo esterno solo recentemente. Alcuni di loro praticavano il cannibalismo e sono stati cacciatori di teste fino agli anni 70. Al giorno d’oggi, la loro fonte primaria di sostentamento è la pesca, l’essicazione del pesce, la raccolta di alghe e i servizi di trasporto da un’isola all’altra. Il loro modo di vivere dipende molto dalle risorse naturali e per questa ragione sono nomadi. L’abbondanza di fauna non è una caratteristica solo del mondo sottomarino, ma anche della terraferma. Le foreste sono un paradiso per più di 170 specie di uccelli e 27 specie di mammiferi tra cui l’echimipera, il cuscus maculato, l’opossum, pipistrelli e il ratto degli alberi. Le isole principali che formano l’arcipelago (se ne contano 1500 in tutto tra scogli e isolotti) sono quattro: Waigeo, Misool, Salawati e Batanta e, insieme, formano un enorme parco marino di oltre quarantamila chilometri quadrati.

Lo scenario è spettacolare sia sopra sia sotto il mare. È soprattutto per la sua barriera corallina che le isole sono conosciute dagli appassionati di diving, che le considerano l’ultimo paradiso sommerso del pianeta, nonché una delle zone migliori in cui osservare mante, squali, dugonghi e cavallucci marini che vivono solo in queste acque. In totale si contano ben 1397 specie marine. Non è però necessario fare immersione per ammirare questo paradiso sommerso ed è sufficiente avere una maschera ed un boccaglio. Della totalità delle specie di coralli duri e molli esistenti nel pianeta, si dice che il 75% si trovi proprio a Raja Ampat.

Una delle prime aeree in cui si arriva lasciando Sorong è lo Stretto di Dampier, passaggio tra le isole di Gam e Waigeo a nord e Batanta a sud. Deve il suo nome all’esploratore-avventuriero Willian Dampier che fu il primo a navigare nelle sue acque nel XVII secolo. Per quelli che hanno dimestichezza con la dinamica dei fluidi, lo Stretto può essere pensato come un “venturi” – dove un restringimento del diametro aumenta automaticamente la velocità del fluido che passa attraverso di esso. Più semplicemente, si tratta di correnti forti, perché lo Stretto Dampier è il canale principale attraverso il quale le acque della corrente indonesiana scorrono nel loro percorso verso sud. La conseguenza di questa enorme massa d’acqua che scorre verso sud attraverso lo Stretto è che è incanalata in un’area più stretta e quando questo succede, il risultato è che l’acqua scorre più velocemente. Il fatto che l’acqua scorra, trasportando con sé le sostanze ricche di nutrimento che si trovano sui fondali, ha reso questo luogo uno dei più ricchi in assoluto in fatto di biodiversità marina.

Molti si riferiscono a questo luogo anche come il Manta Mantra, Manta Sandy o 3M, poiché qui si trova una stazione di pulizia per le mante e una fonte inesauribile di Plankton, del quale le mante vanno ghiotte. Il sito è situato sul lato meridionale della grande barriera che separa l’isola di Mansuar da quella più piccola di Airborek, all’estremità occidentale dello Stretto Dampier. Le forti correnti che scorrono attraverso il canale e i numerosi pesci “pulitori”, come il labro e il pesce farfalla, creano le condizioni ideali affinché le mante giungano in questo luogo per farsi pulire dai parassiti. Per questo motivo, Manta Mantra, è il luogo dove è più facile vedere le mante a Raja Ampat e qui sono stati avvistati “treni di mante” (che succede quando una femmina di manta è pronta ad accoppiarsi e può essere seguita anche da trenta mante maschio in fila una dietro l’altra). Questo sito è ovviamente molto popolare e per garantire che la presenza di diverse persone non allontani le mante, è stato stilato un codice di comportamento che tutti i visitatori devono seguire. In circa 16 m d’acqua è stata posta una fila di massi, abbastanza vicini al luogo, così che i sub possano osservare e fotografare le mante, ma abbastanza lontano, per permettere alle stesse di farsi pulire in pace. Le mante sono creature intelligenti e curiose, senza nemici reali, a parte i grossi squali.

Nella piccola isola di Arborek, si può visitare un esempio di tipico villaggio papuano. L’isola, che prende il nome da un tipo di frutto che vi cresce, è situata all’estremità occidentale dello Stretto, nel punto in cui entra il Mare di Halmahera. Si tratta di un’isola stretta e lunga che si sviluppa da est a ovest, con una grande barriera corallina e che si trova proprio lungo la “strada” percorsa dalle correnti dello Stretto. Sul lato settentrionale dell’isola si trovano due grandi moli di legno, di fronte al piccolo villaggio e le ricche acque dello Stretto formano dei mulinelli attorno ai moli, creando un mini ecosistema su queste strutture di legno. Infatti, su queste strutture sono cresciute delle macchie di corallo molle e banchi di carangidi e pesci pipistrello vi vivono permanentemente.

Un’altra isola abitata di questo arcipelago è quella di Fam, dove, con un po’ di fortuna è possibile avvistare gli uccelli del paradiso che compiono la loro danza. Gli uccelli del paradiso o paradisee sono una famiglia di uccelli canori dell’ordine dei Passeriformi. Vedendo il loro piumaggio variopinto e le loro danze durante l’accoppiamento, non è difficile capire perché sia stato dato proprio quel nome a questi uccelli. Sono soprattutto i maschi ad avere un piumaggio molto variopinto. In realtà il nome di Uccelli del Paradiso fu loro attribuito per via del fatto che i primi esemplari, che gli esploratori ritrovarono furono da tribù indigene che li utilizzavano come merce di scambio e per trasportarli meglio, tagliavano loro le zampe. Uno dei motivi per cui Linneo classificò la Paradisea apoda con questo nome è perché a lui arrivò un esemplare senza zampe.

Fam

Inoltre, il fatto che si vedessero sempre, o senza zampe o in volo fece pensare che questi uccelli non si posassero mai al suolo e che conducessero tutta la loro esistenza senza mai appoggiarsi. Questo influenzò alcuni racconti che narrano che le Paradisee discendessero direttamente dal Paradiso e che addirittura la femmina covasse le uova sul dorso del maschio in volo. Il piumaggio degli uccelli di questa famiglia è caratterizzato non solo da colori splendenti ma anche da penne molto trasformate, che assumono lunghezze eccezionali o forme bizzarre. Gli uccelli del paradiso sono in maggioranza frugivori (si nutrono di frutta) e hanno un ruolo importante nella diffusione dei semi. Gli uccelli del paradiso vivono nell’Australia settentrionale, nelle Molucche e soprattutto in Nuova Guinea, nell’ambiente della foresta pluviale. Proprio per la loro presenza, la Nuova Guinea porta anche il soprannome di Isola degli Uccelli del Paradiso.

Anche le isole di Yangefo e Yeben, come altre sono circondate da meravigliose spiagge deserte e nella vicina Baia di Aljuy, si trova un allevamento di perle, dove alcune volte e sempre a discrezione del direttore, è possibile prendere visione dell’intero processo della produzione.

Eagle Rock è un luogo dove fare snorkeling, poiché in questa zona è possibile vedere le mante e i pesci pelagici. Nell’isola di Kawe, ricca di grotte e lagune, si supera l’equatore in direzione nord, sempre circondati da miriadi d’isole e isolette per arrivare infine al posto che da solo varrebbe la pena del viaggio Wayag e che è l’immagine più famosa di Raja Ampat perché, dal punto di vista paesaggistico rappresenta sicuramente una delle meraviglie del mondo, essendo composta in realtà da una serie di atolli e faraglioni, più o meno grandi, disseminati in un’area piuttosto piccola che creano un vero e proprio labirinto. Pinnacoli di roccia coperti di vegetazione tropicale, s’innalzano bruscamente dalla superficie del mare.

Le lagune interne formate da queste numerosi isolotti, sono quanto di più bello la mente possa immaginare. Tutti i colori del mare sono presenti, dal bianco delle immacolate spiagge, al celeste e il turchese delle acque dalle diverse profondità. Il verde delle palme e della giungla domina e si riflette nelle acque dei canali interni. Un sentiero breve, ma impegnativo, permette di scalare i 350 metri del Monte Pindito, e i venti minuti di dura scalata necessari per arrivare in cima, sono abbondantemente ripagati dal panorama che si vede dalla sommità.

Interessante anche Hidden Bay, nella zona di Penemu, una serie d’insenature ricche di giganteschi scogli affioranti e contornata da colline coperte di vegetazione. Non si può non ammirare i meravigliosi giardini di corallo sotto il pelo dell’acqua color smeraldo.

L’arcipelago di Raja Ampat offre ancora molti altri luoghi degni di essere visitati, ma in un unico viaggio è impossibile vederli tutti. Normalmente, in una crociera di 11 giorni si possono prevedere solo alcune zone dell’Arcipelago, ad esempio la parte centrale e quella nord dell’Arcipelago, oppure la parte sud e la parte centrale. Sono tutte ugualmente interessanti.

Per tutta la durata della nostra crociera, sono inclusi tutti i pasti e i soft drink.

Nota Bene. Il programma di massima della crociera potrebbe essere modificato a discrezione del comandante della barca che terrà sempre in considerazione le condizioni meteo e del mare.

14° giorno – 09 gennaio 2024 – Sbarco dalla Tiarè e volo per Giacarta. In serata volo per l’Italia

Sbarco dalla Tiarè e trasferimento al porto di Sorong, da dove con delle macchine private, raggiungeremo l’aeroporto per il volo per Giacarta. Al nostro arrivo all’aeroporto domestico, trasferimento al terminal dei voli internazionali per il volo per l’Italia. Pasti liberi e pernottamento a bordo.

In relazione all’orario di arrivo del volo da Sorong sarà possibile organizzare un’escursione nella città di Giacarta. Comunicare in anticipo un eventuale interesse.

15° giorno – 10 gennaio 2024 – Arrivo in Italia

Arrivo in Italia in giornata.

N.B. Fino al febbraio 2019 non era richiesto alcun visto per entrare in Indonesia. Dal 9 maggio 2022, viene richiesto il pagamento di un visto in loco che costa IDR 500.00 (circa 50 euro) che vale 30 giorni. Non sappiamo oggi se, nel momento in cui effettueremo questo viaggio, sarà ancora richiesto. Sarà nostra premura comunicarlo il prima possibile.

 

VOLI PRENOTATI:

27 dicembre TK1876 – Malpensa/Istanbul H. 18.50 – 23.40
28 dicembre TK 056 – Istanbul/Jakarta H. 02.40 – 18.00
09 gennaio TK 057 – Jakarta/Istanbul H. 21.40 – 05.55+1
10 gennaio TK1873 – Istanbul/Malpensa H. 08.55 – 09.55

 

INDONESIA: ULTIMO PARADISO, IN VELIERO NELL’ARCIPELAGO DI RAJA AMPAT  15 GIORNI

Quota per persona in camera doppia base 12 partecipanti                                          € 8.330,00
Quota per persona in camera doppia base 11 partecipanti                                           € 8.890,00
Quota per persona in camera doppia base 10 partecipanti                                          € 9.560,00

La quota comprende:

  • Assistenza di un’esperta guida in partenza dall’Italia
  • Volo internazionale in classe economica, tasse escluse
  • Voli domestici in classe economica
  • Sistemazione in camera/cabina doppia nelle strutture specificate nel programma
  • I pasti menzionati nel programma
  • Trasferimenti in veicoli privati con a/c

La quota non comprende:

  • Le tasse aeroportuali volo internazionale (al momento circa € 400, riconfermabili solo al momento dell’emissione dei biglietti aerei
  • Le tasse aeroportuali volo domestico € 121
  • I pasti dove non specificato
  • La quota di gestione pratica
  • Escursione a Giakarta
  • Le bevande
  • Il visto (attualmente IDR 500.000)
  • Le park fees per il parco di Raja Ampat pagabili in loco, al momento USD 300
  • Le assicurazioni
  • Le mance e gli extra di carattere personale
  • Tutto quanto non specificato in “La quota comprende”

Supplementi per persona

Supplemento singola hotel in aeroporto il 28/12/23                                            € 100,00
Quota di gestione pratica                                                                                        € 89,00
Supplemento voli di linea in business class (tasse escluse) a partire da          DA QUOTARE
Supplemento tasse aeroportuali in classe business a partire da                        DA QUOTARE
Supplemento cabina singola sulla barca Tiarè (max 1 singola)                           € 1.500,00

 

Quote calcolate su cambio Euro = 15.500 IDR, Euro = 1,07 USD e soggette ad adeguamento valutario.