Un’esplorazione contemplativa delle sistemazioni più straordinarie del pianeta: da fortezze vittoriane trasformate in hotel di lusso a sfere sospese nella foresta pluviale, un viaggio nell’hotellerie non convenzionale
Il mondo dell’ospitalità contemporanea sta attraversando una rivoluzione alla ricerca dell’autenticità. Per questo, alcune strutture ricettive hanno intrapreso percorsi creativi che ridefiniscono il concetto stesso di pernottamento e si presentano con strutture o servizi piuttosto bizzarri.
Questa evoluzione non rappresenta meramente una risposta alla ricerca di novità del viaggiatore contemporaneo, ma piuttosto una profonda riflessione sul significato dell’abitare temporaneo nell’era della globalizzazione.
Le dimore che andremo a esplorare sono manifestazioni di una nuova filosofia dell’accoglienza, dove architettura, cultura e natura si fondono in un dialogo armonioso e inaspettato.
Architettura e natura: un dialogo simbiotico
Nel cuore della foresta svedese di Harads, il Treehotel è una testimonianza eloquente di come l’architettura contemporanea possa fondersi con l’ambiente naturale senza compromettere né l’uno né l’altro. Sette “stanze arboree”, ognuna firmata da un diverso architetto scandinavo, creano un percorso contemplativo tra le chiome dei pini secolari. La trasparente Cabin, sospesa come una bolla di cristallo tra i rami, offre una prospettiva a 360 gradi sul paesaggio boreale, mentre la mimetica Bird’s Nest si mimetizza nel fogliame con un intreccio di rami che nasconde una raffinata suite.
Il sorprendente Mirrorcube rappresenta forse l’apice di questa ricerca di integrazione: un cubo di specchi che riflette il paesaggio circostante, dissolvendosi in esso come un’illusione ottica abitabile. La sua superficie, trattata con un filtro infrarossi invisibile agli uccelli, garantisce la sicurezza della fauna locale, dimostrando una sensibilità ambientale che va oltre l’estetica.
L’UFO, invece, introduce un elemento di deliberata teatralità: sospeso tra i rami come una visione futuristica, evoca l’iconografia cinematografica di E.T., creando un ponte tra nostalgia dell’infanzia e avanguardia architettonica. Ogni unità è raggiungibile attraverso passerelle sospese che diventano parte integrante dell’esperienza, trasformando ogni arrivo in una piccola avventura contemplativa.
Strutture artiche e tropicali
A Saariselkä, nel cuore della Lapponia finlandese, l’Hotel Kakslauttanen ha reinventato l’igloo tradizionale attraverso una visione architettonica che fonde tecnologia e tradizione millenaria. Le cupole di vetro termico, progettate per resistere alle temperature più rigide dell’inverno artico, creano un’esperienza immersiva unica: distesi nel comfort di un letto riscaldato, gli ospiti possono contemplare lo spettacolo dell’aurora boreale che danza nel cielo polare. L’hotel è aperto durante tutta la stagione delle aurore boreali – dalla terza settimana di agosto fino alla fine di aprile.
Nel contesto radicalmente diverso dell’arcipelago delle Mauritius, il Bubble Lodge Ile aux Cerfs reinterpreta il concetto di trasparenza abitativa in chiave tropicale. Situate strategicamente sull’isola – alcune immerse nella vegetazione sotto antichi alberi di banyan, altre adagiate lungo la costa – queste sfere diafane rappresentano un esperimento di integrazione totale con l’ambiente circostante.
Ogni bolla è stata concepita come un microcosmo autonomo dove il confine tra interno ed esterno si dissolve: durante il giorno, la luce naturale filtra attraverso la cupola trasparente creando giochi di luce che variano con il movimento del sole, mentre di notte la struttura si trasforma in un osservatorio stellare privato.
Riconversioni industriali e storiche: la memoria reinventata
La trasformazione di No Man’s Fort a Portsmouth rappresenta un capitolo affascinante nella storia dell’architettura difensiva britannica reinventata. Questa fortezza vittoriana nelle acque del Solent è stata costruita tra il 1867 e il 1880 come baluardo contro l’espansionismo napoleonico, e oggi reinterpretata in chiave contemporanea.
Le feritoie sono state trasformate in finestre panoramiche, mentre gli spazi un tempo dedicati all’artiglieria ospitano oggi aree benessere e spazi conviviali. La suite del faro, punto culminante di questa trasformazione, offre una vista circolare sul mare che un tempo si scrutava per avvistare navi nemiche e oggi regala tramonti spettacolari sul canale.
In Nuova Zelanda, nella penisola di Banks, SiloStay è stato realizzato da vecchi silos agricoli, ripensati come moduli abitativi verticali su due livelli. Ogni unità mantiene deliberatamente la sua forma cilindrica originale, mentre gli interni sono stati concepiti secondo principi di design biomimetico: la disposizione circolare degli spazi massimizza l’efficienza termica naturale della struttura, mentre i materiali eco-compatibili e i sistemi di recupero energetico testimoniano un approccio olistico alla sostenibilità.
La Quinta Real Zacatecas, in Messico, rappresenta forse l’esempio più poetico di come la memoria storica possa essere preservata attraverso una trasformazione funzionale. L’antica arena di San Pedro, teatro dell’ultima corrida nel 1975, è stata reinterpretata come spazio abitativo di straordinaria suggestione.
Il ristorante, che si affaccia sull’arena attraverso ampie vetrate ad arco, permette di contemplare lo spazio storico mentre si assapora la raffinata cucina locale. Le antiche bullpens, dove un tempo sostavano i tori prima del combattimento, ospitano oggi un bar dalle volte in mattoni che preserva l’atmosfera austera degli spazi originali.
Abitare la verticalità
Nelle profondità della Valle Sacra degli Inca, gli Skylodge Adventure Suites di Urubamba sono capsule di alluminio aerospaziale e policarbonato trasparente, ancorate a 400 metri d’altezza sulla parete granitica. L’interno, rifinito in legno di quercia e illuminato da lampade a energia solare, crea un’atmosfera di raffinato minimalismo che non distrae dalla magnificenza del paesaggio circostante. Le pareti trasparenti trasformano ogni suite in un osservatorio privilegiato sulla Valle di Urubamba: di giorno, i condor planano all’altezza degli ospiti, mentre di notte il cielo andino si rivela in tutta la sua maestosità attraverso il tetto trasparente.
A Vancouver Island, i Free Spirit Spheres rappresentano una meditazione architettonica sul tema dell’abitare arboreo. Tre sfere – Eve, Eryn e Melody – realizzate con maestria artigianale in cedro rosso occidentale, Sitka Spruce e materiali compositi, sono sospese nella foresta pluviale costiera attraverso un elaborato sistema di cavi d’acciaio e ancoraggi radiali.
Ogni sfera, con un diametro di 3,2 metri, è accessibile attraverso una rete di passerelle sospese e scale a chiocciola che si insinuano tra gli alberi. L’interno di ogni sfera è un capolavoro di design: mobili curvilinei seguono il profilo sferico, mentre oblò strategicamente posizionati inquadrano scorci selezionati della foresta circostante. Il sistema di sospensione, progettato per rispondere ai movimenti naturali del vento, permette alle sfere di oscillare delicatamente, creando una sensazione di fluttuazione che ricorda il dondolio di una nave.
Visioni non convenzionali
Sul vasto altipiano boliviano, il Palacio de Sal nasce sulle distese saline di Uyuni. Questa struttura straordinaria, che impiega oltre un milione di blocchi di sale nella sua costruzione, rappresenta un esperimento unico di architettura vernacolare contemporanea. Ogni elemento – dalle pareti strutturali agli elementi d’arredo, dai tavoli alle sculture che adornano gli spazi comuni – è stato ricavato dal sale delle saline circostanti, creando un’armonia materica totale con il territorio.
Il ristorante, fedele alla filosofia materica dell’hotel, propone una cucina che integra sapientemente il sale locale nelle preparazioni tradizionali andine, creando un’esperienza gastronomica che è estensione naturale dell’architettura.
A Da Lat, nel cuore del Vietnam, la Hang Nga Guesthouse, conosciuta localmente come “Crazy House”, è una struttura che si sviluppa come un albero surreale e integra elementi naturalistici e riferimenti zoomorfi in un linguaggio architettonico che riecheggia tanto Gaudí quanto le più ardite favole dell’infanzia.
Ogni camera, dedicata a un animale diverso, è un universo narrativo autonomo: la stanza della tigre presenta aperture feline, mentre quella dell’aquila offre vedute aeree sulla città circostante. Le scale si snodano come liane petrificate, i corridoi seguono percorsi sinuosi che sembrano disegnati dal vento, mentre funghi giganti in cemento fungono da elementi strutturali e decorativi.
La ricerca dell’insolito trova una sua particolare declinazione anche nel Dog Bark Park Inn dell’Idaho, dove l’architettura figurativa raggiunge vette di originalità programmatica. Questa struttura a forma di beagle gigante, alta due piani, rappresenta la visione peculiare di due artisti specializzati in sculture lignee realizzate con la motosega.
L’interno, accessibile attraverso un balcone al secondo piano, rivela un’attenzione maniacale al dettaglio nella tematizzazione canina, dove ogni elemento d’arredo racconta una storia di dedizione all’arte folk americana. La biblioteca, curata con precisione bibliofila, raccoglie volumi dedicati alla storia dei cani nell’arte e nella cultura popolare, trasformando il soggiorno in un’immersione culturale inaspettata.
Soggiorna in uno degli hotel più bizzarri, non convenzionali
Collaboriamo con ogni struttura per garantire accesso privilegiato a esperienze esclusive, dalla cena privata nelle caverne giamaicane del The Caves, alla contemplazione dell’aurora boreale guidata da un astronomo locale presso il Kakslauttanen.
Ti invitiamo a contattarci per un consulto personalizzato dove, attraverso una conversazione approfondita, potremo comprendere le tue aspirazioni e guidarti verso la destinazione che meglio risuona con la tua sensibilità. Le nostre proposte includono non solo il soggiorno, ma un’orchestrazione completa dell’esperienza: dai trasferimenti privati alle attività culturali correlate, ogni dettaglio viene curato per creare una narrativa coerente e significativa.