Ubar Oman: Nel cuore del deserto omanita si cela un luogo evocato nei testi religiosi e nella mitologia araba, che ancora si cerca, la città perduta.
Ubar, o Iram, è menzionata nel Corano come “Iram dai pilastri elevati”, una città colma di ricchezza e orgoglio, poi inghiottita dal deserto come punizione divina. Per secoli si è creduto che fosse solo un mito, un racconto tramandato dagli antichi mercanti dell’incenso. Tuttavia, la tenacia di esploratori moderni e l’impiego delle tecnologie satellitari hanno aperto nuovi scenari.
Nel 1992, una spedizione guidata dall’archeologo e regista Nicholas Clapp, con il supporto della NASA e di Lawrence Garrett, scoprì i resti di una struttura fortificata a Shisr, nell’angolo sud-occidentale dell’Oman. Le immagini satellitari avevano rivelato un intreccio di antiche piste carovaniere convergenti in quel punto: un indizio chiave per ipotizzare che Shisr potesse corrispondere alla leggendaria Ubar.
Gli scavi portarono alla luce una grande cisterna sotterranea crollata e i resti di torri difensive, suggerendo che quel luogo fosse un punto vitale lungo la via dell’incenso. Secondo alcune teorie, il crollo della cisterna potrebbe aver causato l’abbandono dell’insediamento, alimentando il mito di una città sprofondata nel deserto.
Oggi, molti studiosi ritengono che Ubar non fosse una città nel senso classico, bensì un importante snodo commerciale lungo la rotta dell’incenso, una sorta di emporio carovaniero che fungeva da crocevia tra l’Arabia meridionale e il Levante.
Il profumo del tempo: l’incenso e il Dhofar
L’incenso ha rappresentato per millenni una delle merci più preziose del mondo antico. Proveniva principalmente dalla resina della Boswellia sacra, un albero che cresce in climi aridi e rocciosi come quelli della regione del Dhofar, nel sud dell’Oman.
Ancora oggi, camminando tra le vallate del Wadi Dawkah, si possono vedere centinaia di alberi secolari, dai quali si estrae una resina dorata e aromatica. Il sito, insieme a Ubar, Al-Baleed e Khor Rori, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2000 all’interno del complesso denominato The Land of Frankincense.
L’incenso omanita era ricercato in tutto il bacino del Mediterraneo, utilizzato in riti religiosi, pratiche mediche e profumeria. Era così prezioso che i Romani arrivarono a tentare spedizioni dirette nella Penisola Arabica per garantirsi l’accesso diretto alla fonte, senza intermediari.
Questa regione, costellata di grotte, canyon e altipiani che si affacciano sull’Oceano Indiano, è il cuore verde e fertile dell’Oman durante la stagione del monsone, la khareef, che da giugno a settembre trasforma il paesaggio in un tripudio di nebbia e vegetazione. In questo periodo, Salalah si riempie di turisti locali e internazionali, attratti dal clima fresco e dall’esplosione di vita della natura.
A pochi chilometri da Salalah si trova il sito archeologico di Khor Rori, un antico porto commerciale identificato con l’insediamento di Sumhuram. Fondato nel I secolo a.C. dal regno di Hadramawt, Sumhuram rappresentava un avamposto strategico per il commercio dell’incenso via mare.
Gli scavi hanno rivelato una cittadella con mura massicce, magazzini, templi e resti di un antico porto che un tempo si affacciava su una laguna oggi insabbiata.
Tra sabbia e silenzi: vivere il Rub al-Khali
A nord del Dhofar si estende l’immenso Rub al-Khali, il “Quarto Vuoto”, uno dei deserti sabbiosi più vasti e inaccessibili del pianeta. Chilometri di dune dorate che si muovono come onde sotto il vento caldo, cieli infiniti, e un silenzio che avvolge ogni pensiero. È in questo scenario epico che si inserisce l’esperienza di un viaggio sulle tracce di Ubar: un’immersione completa nella grandezza del paesaggio omanita.
Il Rub al-Khali è anche un ecosistema sorprendentemente vivo, dove piccoli mammiferi, rettili e uccelli si adattano a condizioni estreme. I beduini della regione, in particolare i Mahra, sono custodi di un sapere millenario fatto di orientamento tra le stelle, uso delle piante medicinali e tecniche di sopravvivenza.
Esperienze esclusive tra le dune
L’esplorazione del deserto omanita può essere personalizzata secondo i desideri più sofisticati. Safari in 4×4 guidati da esperti locali conducono a luoghi di straordinaria bellezza, campi tendati di lusso vengono allestiti nelle location più scenografiche, e attività esclusive arricchiscono ogni giornata.
Le esperienze di falconeria al tramonto sono l’opportunità per entrare in contatto con una delle tradizioni più antiche e nobili della cultura araba. Maestri falconieri condividono la loro arte in dimostrazioni private dove questi magnifici rapaci mostrano abilità di caccia affinate attraverso secoli di selezione e addestramento.
I picnic panoramici tra le dune trasformano una semplice pausa in un’esperienza sensoriale completa. Tappeti pregiati, cuscini tradizionali e servizio impeccabile creano un’oasi di comfort in mezzo al deserto, mentre chef privati preparano piatti che uniscono tradizione omanita e raffinatezza contemporanea.
Le sessioni di astronomia notturna sfruttano uno dei cieli più puri del pianeta per offrire uno spettacolo celeste straordinario. Con telescopi professionali e la guida di esperti astronomi, è possibile osservare nebulose, ammassi stellari e pianeti con una nitidezza sorprendente, mentre si apprendono le antiche tecniche di navigazione stellare utilizzate dai beduini.
I sorvoli in elicottero, infine, offrono una prospettiva unica sul paesaggio desertico, rivelando la geometria naturale delle dune, i contrasti cromatici e l’immensità del Rub al-Khali in tutta la sua maestosità. Per i fotografi, queste esperienze sono opportunità imperdibili di catturare immagini di rara bellezza.
Dove soggiornare: eleganza e silenzio
La regione del Dhofar offre soluzioni di soggiorno che combinano raffinatezza, privacy e immersione culturale, soddisfacendo le aspettative dei viaggiatori più esigenti.
Rifugi di charme tra mare e deserto
L’Al Baleed Resort Salalah by Anantara rappresenta un’eccellenza dell’ospitalità omanita. Situato strategicamente tra una spiaggia privata e la laguna che lambisce il sito archeologico di Al-Baleed, questo resort unisce l’estetica tradizionale araba con un design contemporaneo raffinato. Le ville con piscina privata offrono un rifugio intimo dopo le esplorazioni giornaliere, mentre i trattamenti spa si ispirano alle antiche pratiche di benessere della regione, utilizzando ingredienti locali come l’incenso e il sale marino.
Il Kairaba Mirbat Resort, situato vicino all’antico porto di Mirbat, offre un’atmosfera più appartata e un accesso privilegiato a tratti di costa incontaminata. Le ampie suite con vista mare, le piscine panoramiche e le opportunità di snorkeling o immersioni in siti corallini preservati ne fanno una base ideale per chi desidera combinare l’esplorazione culturale con momenti di puro relax.
L’esperienza dei campi mobili
Per un’immersione totale nello spirito del deserto, nulla eguaglia l’esperienza dei campi mobili di lusso. Queste sistemazioni esclusive vengono allestite in luoghi remoti selezionati per la loro bellezza e isolamento, offrendo un’esperienza privata e personalizzata.
Le tende, ispirate all’architettura beduina tradizionale ma arricchite con comfort contemporanei, offrono letti king-size, bagni privati con docce ad acqua calda, e aree relax arredate con pezzi artigianali autentici. L’illuminazione a base di lanterne e candele crea un’atmosfera magica al calare della notte.
Lo staff dedicato comprende chef che preparano cene gourmet utilizzando ingredienti freschi e tecniche che fondono tradizione locale e influenze internazionali. Ogni pasto diventa un’esperienza culinaria memorabile, servita in scenari naturali di incomparabile bellezza: in cima a una duna al tramonto, in un wadi appartato sotto un cielo stellato, o accanto a un fuoco che crepita nella notte desertica.
Un viaggio che svela e trasforma
Visitare Ubar significa inseguire un sogno attraverso il deserto, riscoprire la sacralità del tempo lento, sentire l’aroma dell’incenso che si mescola al vento, ascoltare i racconti di un popolo fiero che ha saputo preservare le sue radici.
L’Oman meridionale è un invito ad andare oltre le mete consuete, ad aprirsi a una bellezza profonda e discreta, fatta di silenzi, ospitalità autentica e cultura millenaria. Il contrasto tra la leggenda di una città scomparsa per la sua arroganza e la sobria eleganza della cultura omanita contemporanea, basata su ospitalità sincera e rispetto delle tradizioni, offre spunti di riflessione sulla sostenibilità delle civiltà umane e sul valore dell’equilibrio.
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