Questo arcipelago nell’Oceano Indiano offre natura incontaminata, cultura indiana, uno scorcio di comunità affascinanti e alcune delle spiagge più spettacolari del mondo.

L’intera esperienza delle isole Andamane è fantastica e selvaggia. Questo è un posto speciale: sperduto, bellissimo, aspro e misterioso. È un pezzo di sud-est asiatico che appartiene all’India e non è facile arrivarci, ma ne vale sicuramente la pena. Un viaggio in queste isole offre un mix di natura incontaminata, cultura indiana, uno scorcio di comunità affascinanti e alcune delle spiagge più spettacolari del mondo.

Le isole Andamane e Nicobare, il nome completo di questo territorio, sono diverse centinaia di isole cespugliose nell’Oceano Indiano quasi a mille miglia a est della terraferma dell’India. Sotto il dominio britannico, il territorio fu una colonia penale. Nell’ultimo decennio, il turismo sta decollando e le isole stanno diventando note come mecca delle immersioni e come luogo di totale relax.

Le sistemazioni sulle isole principali vanno dagli hotel di lusso ed eco-resort alle baracche sulla spiaggia con pareti in rattan. Se esplori le isole esterne, e ce ne sono circa 30 aperte ai turisti, potresti persino vedere alcuni membri degli Jarawa, una delle culture più incontaminate del mondo. Gli Jarawa vivono nel profondo della foresta e la loro comunità è rigorosamente protetta. La legge indiana vieta di fotografarli ma può capitare di vederli cacciare mentre si guida lungo i sentieri nella giungla.

Il progresso

Ma le isole Andamane stanno cambiando velocemente. Un aeroporto internazionale molto più grande è in costruzione a Port Blair, la capitale amministrativa, e nuovi hotel, ristoranti e negozi per divers stanno spuntando ovunque.

La spiaggia di Chidiya Tapu fuori Port Blair, la capitale delle isole Andamane e Nicobare, è una delle tante belle spiagge del gruppo di isole che vale la pena di visitare anche di notte.

La spiaggia di Chidya Tapu a Port Blair

La spiaggia di Chidya Tapu a Port Blair

Si può, camminando con cautela attraverso una foresta bagnata e gocciolante ai margini della spiaggia, ammirare gli alberi alti 40 metri che oscurano le stelle. Ci si può fermare ad ascoltare i pipistrelli volare freneticamente e le onde che si infrangono sul bagnasciuga.

Con una torcia si possono ammirare i granchi arancione brillante che si arrampicano sui tronchi dei giganteschi alberi di mahua e le lucertole che si nascondono tra i cespugli di pandanus dai denti a sega.

Le Andamane stanno diventando sempre più facili da visitare e persino i paguri ne stanno pagando il prezzo. Infatti non è raro vedere un grosso paguro che corre sulla sabbia, senza guscio. I turisti portano a casa così tante conchiglie che non ce ne sono abbastanza per tutti i molluschi.

In questo angolo del Sud Est Asiatico una volta tutto quello che si vedeva erano mare e foreste ma oggi si abbattono sempre più alberi. Le Andamane stanno cambiando velocemente ed è per questo che vale la pena di visitarle ora che conservano ancora la loro anima selvaggia.

Port Blair

Per arrivare alle Andamane si vola sull’aeroporto di Port Blair, sull’isola di South Andaman. In questo momento non ci sono voli diretti e si può accedere alle Andamane solo con voli interni. Le autorità indiane sperano che una volta terminata l’espansione dell’aeroporto il prossimo anno, comincino ad arrivare voli dall’Indonesia e da Singapore.

Essendo la città più grande delle isole, con poche centinaia di migliaia di persone provenienti da tutta l’India, Port Blair è contemporaneamente piacevole e trasandata. La sua principale attrazione turistica è il Cellular Jail, una prigione secolare (ora un museo) in cui i colonizzatori britannici torturarono i combattenti per la libertà indiani nel periodo che precedette l’indipendenza dell’India nel 1947. Il carcere è maniacalmente conservato e si possono attraversare gli interminabili corridoi o entrare nelle stesse celle dove marcirono i combattenti per la libertà.

cellular jail isole andamane port blair

Il museo di Cellular Jail

Queste bellissime isole sono molto povere e hanno conosciuto un susseguirsi di miserie come le ondate di malattie e conflitti alla fine del XIX secolo e la brutale occupazione dei giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Un altro luogo per conoscere la storia delle Andamane è l’eccentrico Kalapani Museum, sempre a Port Blair. “Kala pani” significa Black Water (Acqua Nera), è così che le isole sono state conosciute in India per molti anni perché quelli che vi andavano non facevano più ritorno.

Oggi Port Blair è più tranquilla di tante altre città indiane della stessa dimensione e si possono godere pomeriggi caldi e luminosi che fanno venire voglia di fare un bagno ristoratore. A questo proposito c’è una spiaggia proprio in città, Corbyn’s Cove, ma prima di tuffarvi chiedete in giro se non c’è qualche coccodrillo nei dintorni. Le loro scorribande non sono molto frequenti ma sarebbe di sicuro uno spiacevole incontro.

La gente quindi se ne sta sulla spiaggia e nell’acqua bassa al tramonto.

A circa 45 minuti di distanza c’è un’altra spiaggia: Wandoor beach dove si può nuotare a pochi metri dalla riva, galleggiando sopra magnifici banchi di corallo. Cernie di quasi un metro e pesci di barriera dai colori vivaci sfrecciano dentro e fuori dagli anemoni di mare mentre enormi branchi di pesciolini argentati esplodono qua e là.

Lo snorkeling a Wandoor è già spettacolare ma non è niente rispetto a Jolly Buoy Island.

jolly buoy island andamane

La spiaggia perfetta

Port Blair ha più da offrire di quanto ci si aspetti appena arrivati ma la vera attrazione delle Andamane è l’isola di Havelock. Prende il nome dal generale britannico che ha contribuito a reprimere la prima ribellione nazionalista dell’India nel 1857, l’isola è stata ufficialmente ribattezzata Swaraj Dweep alcuni anni fa, anche se poche persone, anche tra i funzionari, usano quel nome.

isola di havelock andamane

Quest’isola, con le sue bellissime spiagge, è diventata una calamita per le immersioni e un hot spot per la luna di miele degli indiani. Ci sono diversi traghetti al giorno effettuano la corsa di 90 minuti tra Port Blair e Havelock. Una volta arrivati al molo è bene avere prenotato un autista che vi aiuti ad attraversare l’isola, passando accanto a chioschi dal tetto di lamiera che vendono curry e bastoncini di incenso profumato.

Dai finestrini si possono sentire i profumi dell’India che aleggiano con la brezza dell’isola.

Un cartello dice “Havelock Barefoot” che indica che sei arrivato al primo eco resort di lusso di Havelock. Barefoot è stato aperto quasi 20 anni fa, quando non c’era quasi turismo, e mantiene ancora un’atmosfera di lusso grezzo con 31 tende, cottage e ville in mezzo a una foresta pluviale. Appena arrivati, il direttore del resort, un uomo straordinariamente gentile di nome Hari Kalappa, ti chiederà di toglierti le scarpe. Qui si sta a piedi nudi…“barefoot”, appunto.

resort di lusso isole andamane barefoot havelock

Una volta scaricati i bagagli e preso possesso del proprio bungalow un sentiero tra gli alberi conduce alla spiaggia. Le dimensioni e la bellezza dei grandi alberi di mahua larghi tre metri tutti intorno a te, ti lasceranno senza fiato. A un certo punto la foresta si apre e si arriva in riva al mare, è qui si rimane paralizzati di fronte a tanta bellezza.

La spiaggia è perfetta, chilometri di sabbia bianca in entrambe le direzioni, dolci onde cristalline che si infrangono in pozze di schiuma bianca.

isole andamane spiagge

Per chi ha visto le Maldive, le Seychelles, i Caraibi, la Tailandia, Bali, il Pacifico meridionale e le spiagge lungo la costa africana sarà una vera sorpresa. Radha Nagar, così si chiama la spiaggia, dal nome di una dea indù, è oggettivamente più bella di tutte le altre.

bagno con gli elefanti isola di havelock

Forse la vista migliore non è quella dalla spiaggia ma dal mare verso essa. Da qui si vede la giungla. Che ha qualcosa di preistorico più che di selvaggio. Tutta la vegetazione, gli imponenti alberi di mahua, le palme da cocco, i cespugli di pandanus e tanti altri alberi e piante semi sconosciute – si fondono in un imponente muro di verde che si alza dal bordo della terra e cattura gli ultimi raggi del sole che tramonta. La corteccia degli alberi brilla quasi di arancione.

I giorni successivi all’arrivo si possono dedicare alle escursioni e alla scoperta delle spiagge di Havelock, tutti posti magnifici ma mai come Radha Nagar. Qui si può anche organizzare di andare a pranzo a casa di una famiglia di coloni, grazie all’organizzazione di Barefoot.

Un uomo con una camicia rossa e pantaloni neri aspetta davanti a un cancello di ferro, sopra il quale c’è scritto “Kohhee Homestay”. La proprietà è lussureggiante con palme, alberi e fiori. Dietro l’uomo ci sono due edifici rustici.

Il signor Sikdar, vestito di un bianco impeccabile, ti racconterà del rapido sviluppo dell’isola mentre sua moglie prepara il pasto a base di uova inzuppate nel latte di cocco, melanzane stufate, pesce marinato con olio di senape e spezie e avvolto in foglie di piantaggine e poi cotto a fuoco lento e budino di vermicelli dolci. Si sta a piedi nudi e si mangia con le mani ma si esce sazi e soddisfatti.

Mayabunder

Havelock è solo l’inizio. Durante il tuo viaggio alle Andamane e Nicobare esplora la zona di Mayabunder, a otto ore di auto a nord di Port Blair. La strada attraversa una riserva del popolo Jarawa, che rimane cacciatore e raccoglitore.

Mayabunder offre spiagge libere e paesaggi fatti di un susseguirsi di risaie e foreste pluviali. Qui, il posto più interessante in cui soggiornare è la Koh Hee Island Home, gestita da Saw John, un anziano di un’altra comunità, i Karen, originari del Myanmar ma giunti nelle Andamane un secolo fa per fare i contadini.

acque blu di mayabunder

Qui un boschetto di palme sovrasta una spiaggia sabbiosa bordata da limpide acque verdastre. Ci sono alcuni edifici tra gli alberi, incluso un gazebo con il tetto di paglia, e si trovano spesso grossi tronchi di legno galleggiante sulla spiaggia.

Oltre Mayabunder, ci sono spiagge più remote e incontaminate, come Ross e Smith Island o Long Island.

Il rientro

Tornando sulla terraferma da Port Blair, dopo una settimana di beatitudine, si sorvola un’isola isolata: North Sentinel dove vive un piccolo gruppo di cacciatori e raccoglitori, forse solo 50 o 75 persone, che non hanno contatti con il mondo esterno e sopravvivono grazie alla giungla e al mare. Le poche persone che hanno tentato di mettere piede sulla loro riva, compreso un giovane missionario americano nel 2018, sono state uccise.

north sentinel isole andamane

North Sentinel è davvero un luogo sperduto e feroce ma viene da chiedersi: per quanto questa goccia di verde circondata da un blu brillante, resterà immacolata?